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Stelle cadenti in GHIBLI!

Riutilizzo elemento catalogo ‭[1]‬

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Stelle cadenti in GHIBLI!

La galleria ipersonica GHIBLI del CIRA è stata nuovamente impiegata per simulare la fase di entrata nell'atmosfera terrestre di meteoriti.

Scopo dell'attività, svolta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università degli Studi di Firenze, era di sottoporre le meteoriti alle condizioni di riscaldamento che subiscono nell'impatto con l'atmosfera a velocità ipersonica per studiarne le modificazioni superficiali e acquisire lo spettro di emissione dei prodotti di ablazione.

Sei frammenti di materiale extraterrestre, con basso grado di alterazione e della dimensione massima di 4 cm, sono stati esposti a un getto ipersonico di plasma composto da aria e argon raggiungendo temperature superficiali superiori a 1700°C che hanno attivato i meccanismi di fusione e ablazione del materiale.

I frammenti appartenevano a tre differenti meteoriti provenienti dalla fascia di asteroidi tra Marte e Giove: la meteorite Tamdakht (condrite ordinaria H5, vista cadere e ritrovata a Ouarzazate in Marocco, il 20 dicembre del 2008), una condrite ordinaria con basso contenuto in ferro (in corso di classificazione) e la meteorite Sericho (pallasite, ritrovata in Kenya nel 2017).

Le finalità di questa ricerca sono duplici: da un lato si intende studiare in maggiore dettaglio i meccanismi di fusione e ablazione delle meteoriti, dall'altro invece si cerca di ottenere la loro caratterizzazione spettrale.

Fusione e ablazione non solo modellano le meteoriti durante l'attraversamento dell'atmosfera, ma producono un cambiamento importante nella tessitura e nella mineralogia consentendo così di capire quali meccanismi agiscono sulla meteorite stessa. D'altra parte la creazione di una banca dati spettrale è fondamentale per poter riconoscere le meteoriti che attraversano l'atmosfera in base alla luce che queste emettono, considerato che oltre il 99% del materiale extraterrestre che entra in atmosfera non viene più ritrovato.

La preparazione dei test è stata particolarmente impegnativa per l'impianto, per le problematiche di interfaccia meccanica delle meteoriti e per il setup della strumentazione di prova e della spettroscopia.

A conclusione degli esperimenti viva soddisfazione è stata espressa dal team di tecnici e ricercatori coinvolti che hanno iniziato subito la complessa e articolata attività di analisi dei dati.


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